La nostra intervista a Francesca Trisoglio

Continua la nostra serie di interviste legate al mondo dell’equitazione.

Oggi parliamo con Francesca, amazzone italiana: la sua specialità è il dressage. Più che un’intervista è però la storia di un incontro. Quella con Zandor, il suo cavallo.

Ho conosciuto Zandor sei mesi fa, è stato un incontro di anime.
Lo conoscevo di fama, lui è un divo, è un cavallo KWPN, ha vissuto negli Stati Uniti e viaggiato per tutta Europa, ha una carriera stellare alle spalle ed io ero un po’ intimidita dalla sua celebrità.
E’ stata magia al primo sguardo, e per tutto il giorno ho lasciato che mi annusasse e che mi studiasse: arrivava da un periodo di riposo, aveva perso fiducia in sé stesso…Il suo sguardo diceva molto, i suoi occhi profondi cercavano qualcosa, con timidezza.
Le prime settimane le abbiamo passate così, conoscendoci, lasciando che nascesse la fiducia.
Lavoro da terra, libero, in campo, e piano piano ha iniziato a cercarmi, a chiamarmi appena sentiva la mia voce, perfino i suoi occhi diventavano più grandi ed il suo sguardo sempre più curioso.
Stava tornando padrone delle sue straordinarie doti.

Abbiamo iniziato il lavoro montato alternandolo a bellissime passeggiate, non ho dovuto insegnargli niente, solo dargli fiducia e trasmettergli entusiasmo.
Il tempo passava, lavoravamo bene insieme, io lo ascoltavo poiché era lui a dirmi sì o no, non l’ho mai forzato: Zandor ha una sensibilità fuori dal comune. Finalmente eravamo pronti per tornare sui campi di gara.

A Luglio la nostra prima gara insieme, tanta emozione e tanta fiducia in lui che a me chiedeva solo tranquillità, i suoi biscotti e tante coccole nel box.
La mia fiducia è stata ripagata, la magia l’ha compiuta lui, concentrato, niente lo ha distratto, due giorni di gara in categoria S.George due buoni risultati, stava tornando ad essere il combattente che era sempre stato.
Tornati a casa, come premio, una settimana al paddock nelle ore fresche della giornata, prossimo obiettivo tappa di Coppa Italia a Settembre.

Durante l’estate mi sono dedicata molto a lui perché Zandor ha bisogno di passare molto tempo con chi sceglie.
Arrivato Settembre, torniamo in gara, stesso scenario ma più colleghi, una giuria importante, una gara che poteva mettere soggezione ma Zandor si è dimostrato più consapevole e più sicuro.
Primo giorno in categoria D1 otteniamo un secondo posto, la domenica vinciamo il Prix S. George e ci piazziamo secondi in tappa di Coppa Italia.
Zandor è davvero speciale, anche nel modo di comunicare, come quando mi fa lo sbuffo gentile come per dirmi dai…Tranquilla….Andiamo! Ed io gli sono infinitamente grata per la sua fiducia e la sua amicizia.
Non può esistere un vero binomio se cavallo e cavaliere non si fondono davvero.
Adesso siamo in partenza per i Campionati Italiani Assoluti e sono sicura che la nostra favola continuerà.

P.S.
Ringrazio tantissimo il Dott. Davide Bianchi che con alcuni trattamenti naturali ha aiutato Zandor a tornare in forma.